I meteorologi hanno definito per le città la terminologia “isola di calore” per via della differenza di temperatura (generalmente di 3 gradi) tra la zona urbana e le campagne circostanti.
Il motivo principale di questo fenomeno è la mancanza in città di vegetazione che produce ombra, inoltre il processo di fotosintesi è una reazione biochimica che consuma calore dall’ambiente esterno.
Nel centro città poi si accumula molto calore per via dei materiali impiegati nella costruzione di edifici e per l’asfalto scuro delle strade che assorbono la luce solare tendendo a riscaldarsi durante il giorno e raffreddandosi lentamente durante la notte.
A questo va aggiunto anche l’effetto provocato dalle facciate dei palazzi alti e molto vicini tra loro, che creano insenature verticali all’interno delle quali le radiazioni solari vengono catturate da una serie di molteplici riflessioni.
L’effetto isola di calore è più alto dopo il tramonto perché la periferia comincia prima a raffreddarsi. Durante la notte il gradiente di temperatura tra campagna e città è quasi nullo, mentre all’alba il primo sole riesce a scaldare più la vegetazione fuori città che gli edifici, i quali restano per le prime ore del mattino ancora freddi.
Nella zona urbana, comunque, una parte del calore deriva anche dalle attività umane: macchine, pompe di calore, elettrodomestici, persino le persone emanano calore dalla pelle.
In alcune zone turistiche, il calore immesso nell’atmosfera con le attività umane è talmente alto che supera di gran lunga quella dovuta alla radiazione solare.
Perché in città fa più caldo che fuori?,
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