A dire la verità questo modo di dire si usa sempre meno ma, almeno una volta nella vostra vita, vi sarà capitato di sentire dire a voi o qualcun’altro “che occhio di lince!”.
Con la frase “occhio di lince” ci si riferisce a qualcuno che ha la vista molto acuta e penetrante. Per tale motivo si fa l’associazione con la lince, animale dalla vista molto sviluppata.
Un biologo tedesco, dedicando parecchi anni allo studio delle linci, ha stabilito che questo aniamle riesce a distinguere un topo alla distanza di 75 metri, un coniglio a 300 metri e un capriolo a 500 metri.
Dietro a questo modo di dire ci sono a quanto pare anche delle origini mitologiche.
Si narra che l’espressione potrebbe risalire al Linceo, personaggio mitologico pilota degli Argonauti e figlio di Afareo, dalla vista così penetrante ed acuta che non solo era in grado di vedere attraverso i muri, ma riusciva a guardare sino al cuore della Terra e in fondo al mare.
Nelle “Odi Nemee” Pindaro narra che proprio grazie alla sua vista Linceo sconfisse i Dioscuri,nonostante fossero nascosti nel tronco di una quercia, che avevano rapito la sua promessa sposa.
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