Nel mondo dello spettacolo è ormai noto che girà un ambiente molto scaramantico, specialmente se si parla del colore viola, disprezzato e tassativamente vietato, poiché si pensa che porti iella. Il viola, secondo solo al gatto nero, nell’immaginario sociale, è spesso collegato a connotazioni negative come rappresentante della sfortuna.
La causa di questa credenza deriva dal mondo religioso del Medioevo, infatti il viola è il colore del vestiario sacro utilizzato nel periodo della Quaresima, epoca nella quale venivano bandite tutte le riproduzioni teatrali e gli spettacoli pubblici che si tenevano per le vie o le piazze della città, a discapito degli autori e maestri che in tal modo rimanevano senza un lavoro e quindi senza alcun mezzo per procurarsi il pane quotidiano. Un reale riposo forzato con conseguente riduzione dei guadagni.
Questa è la ragione per la quale il colore viola è odiato da tutti gli artisti, in generale, mutato nei successivi secoli in vera e propria superstizione. Fu in seguito totalmente proibito l’utilizzo del viola in qualsiasi spettacolo, specialmente in teatro. Anche se oggi questa consuetudine è tramontata, la superstizione è rimasta e pochi sono gli artisti disposti a presentarsi sul palco con abiti viola, specialmente durante le prove generali.