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Quincy – Stati Uniti

Che il cane sia il migliore amico dell’uomo l’abbiamo sentito dire e scrivere parecchie volte ma non sempre possiamo dire del contrario. Spesso gli animali domestici si trasformano involontariamente in vittime indifese della ferocia e della violenza degli uomini.

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Direttamente dagli Stati Uniti arrivi una storia da brividi che va gelare il sangue anche ai più duri di carattere. Qualche mese fa un cane meticcio di nome Doe era stato trovato stremato e ormai agonizzante in una strada di Quincy, negli Stati Uniti.

Portato d’urgenza presso un ospedale veterinario anche lo staff dell’ospedale era rimasto letteralmente sconvonto per le condizioni del cane. Solo un pazzo folle feroce poteva, con la propria cattiveria, aver infierito con così tanta rabbia su quel pover animale, che presentava ferite molto profonde, lividi, tagli, ustioni dappertutto e tante ossa rotte sparse per tutto il corpo.

Constatate le condizioni critiche del cane, il dottore non ha potuto fare altro che addormentare per sempre il povero cane. Le immagini del povero cucciolo hanno fatto il giro del mondo, così come la sua storia, tanto da portare altro il livello di attenzione degli animalisti di tutto il mondo sull’esito dell’arresto di colui che aveva causato tutto questo.

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Pochi giorni fa Radoslaw Czerkawsky, il torturatore del cane (suo padrone), è stato condannato alla bellezza di 55 anni di carcere, per quella che è stata apostrofata come una sentenza e condanna storica: cinque anni per ciascuno dei 11 capi accusa.

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Czerkawsky si era dichiarato sin dall’inizio non colpevole. Tuttavia prove schiaccianti hanno dimostrato che mentiva: gli è stato ritirato il passaporto e, probabilmente per essere sicuro che i suoi 55 anni li farà tutto, il giudice ha fissato in ben 1 milione di dollari la cauzione per l’eventuale liberazione.

I media statunitensi, vista la storia di crudeltà e l’attenzione degli animalisti (e non solo) di mezzo mondo, hanno seguito con molta attenzione (per una volta) tutta la vicenda, frutto anche di settantamila persone che avevano firmato una petizione per chiedere l’arresto dell’uomo prima del processo.

La polizia, proprio sulla spinta dell’attenzione pubblica e dell’interesse intorno a questo caso di cronaca, hanno indagato come se fossero sulle tracce di un vero e proprio serial killer, scovando tracce di peli e di sangue nella casa del sospettato che di fatto hanno incastrato definitivamente l’uomo.

Che possa questa causa degli Stati Uniti essere un freno contro ogni tortura.

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