Minesota (California) – Stati Uniti
Una ricerca, l’unica in assoluto, smentisce che l’uso di marijuana produca danni a lungo termine nelle menti delle persone che utilizzano questa sostanza naturale. Sembrerebbe assolvere la tanto conosciuta “canna”, da tempo attaccata per l’alto rischio che il suo utilizzo, soprattutto nella fase critica di sviluppo del cervello dei giovani, provochi effetti come riduzione della memoria, della concentrazione e, più in generale, dell’intelletto. In verità, le cose non sono così semplici come possiamo pensare.
Per lo studio, un gruppo di ricercatori di varie università americane ha preso per la prima volta in considerazione due studi paralleli sui gemelli, in modo da cercare di isolare, a parità di situazione ambientale e di fattori genetici, l’eventuale differenza nello sviluppo del cervello di chi durante l’adolescenza aveva fatto uso della droga e di chi non ne aveva fatto uso.
Quasi tremila gemelli tra i 9 e gli 11 anni sono stati scelti da due ricerche di questo tipo in corso negli Stati Uniti, uno in California, l’altro in Minnesota. Nel corso di 10 anni, i ragazzi, alle soglie dell’adolescenza al momento del reclutamento, sono stati sottoposti a diversi test di intelligenza e a interviste confidenziali in cui dichiaravano se facevano uso di marjuana, ma anche di altre droghe, farmaci e alcol.
Alla fine del periodo, i ragazzi che avevano detto di fare uso di cannabis hanno perso fino a quattro punti di quoziente intellettivo. Ma, e siamo al punto importante, lo stesso è accaduto ai fratelli gemelli che avevano dichiarato di non fumare. È stato questo il risultato che ha portato i ricercatori a concludere che i danni al cervello, o meglio allo sviluppo cognitivo devono essere provocati da qualche altro fattore, e hanno portato ad affermare che la marijuana non è colpevole di questo.
È una discussione che dura da molto tempo, con ricerche che di volta in volta trovano rischi importanti derivanti dal fumo di cannabis, e altri che non li rivelano, come è accaduto a quest’ultimo esperimento.
Nonostante la tipologia di studio, il confronto su gemelli e la durata dell’osservazione, siano considerati strumenti potenti per arrivare a una buona evidenza, diversi esperti dell’argomento, intervistati dalla rivista Science, hanno individuato alcune debolezze metodologiche.
In particolare, nello studio non è stata fatta, almeno inizialmente, una distinzione precisa tra adolescenti che hanno fatto uso pesante di cannabis o solo uso occasionale. Per aver fumato una sola volta una canna, un ragazzo potrebbe essere stato classificato come utilizzatore ed essere stato contato come tale in tutte le successive analisi.
Potrebbe quindi darsi che le conclusioni siano veritiere, ma neppure questo studio è la risposta definitiva alla domanda se fumare marijuana fa davvero male agli adolescenti e al loro cervello.
La marijuana (forse) fa bene al cervello,
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