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Gladstone – Australia

E’ uno degli animali più letali del mondo: in Australia una bambina di dieci anni, Rachel Shardlow, è stata attaccata dalla terribile «cubomedusa», detta anche «vespa di mare». Ma si è miracolosamente salvata.

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Con i suoi micidiali tentacoli la medusa killer può uccidere un uomo in meno di tre minuti. Il suo veleno, infatti, può provocare un attacco cardiaco. Assidua frequentatrice delle acque australiane, fa più vittime dei temutissimi squali bianchi. Per la scienza è il primo caso di qualcuno che sopravvive ad un simile attacco.

Per medici e zoologi è quasi un miracolo: Rachael Shardlow stava nuotando nel fiume Calliope, nei pressi della città australiana di Gladstone (Queensland), quando d’improvviso è stata attaccata dalla velenosissima cubomedusa. Le gambe della bambina erano completamente avvolte dai tentacoli dell’animale quando è stata estratta dall’acque dal fratello tredicenne. Faticava a respirare, non vedeva più nulla e infine ha perso conoscenza.

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attacco cubomedusaIl fatto risale al dicembre scorso. Alla scienza non è noto nessun caso nel quale qualcuno si sia salvato da un attacco di queste proporzioni, ha riferito ora lo zoologo Jamie Seymour alla tv australiana: “Quando vedi una vittima che ha toccato una vespa di mare con tanti tentacoli, di solito si trova già nella camera mortuaria”, ha spiegato l’esperto, che da vent’anni studia le meduse alla università James Cook del Queensland. Le bruciature sarebbero state “terribil”.

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Dopo l’attacco la ragazzina è rimasta in ospedale per sei settimane. E le tante cicatrici sugli arti inferiori dei pungiglioni testimomiano ancora oggi quel drammatico momento, ha spiegato il papà Geoff Shardlow all’emittente australiana Abc.

La famiglia si è accorta che a risentirne è stata in questo periodo la sua memoria a breve termine. Ciò nonostante, Rachael non avrebbe riportato nessun danno cerebrale: “Le sue facoltà cognitive sono a posto”, ha sottolineato Shardlow.

Alcune specie di cubomedusa sono particolarmente velenose e dunque temute. Certe sono piccole quanto un’unghia, hanno però tentacoli lunghi anche tre metri. In acqua sono trasparenti e quindi difficili da vedere.

Le vittime di un’aggressione cadono in uno stato di shock, subiscono un attacco cardiaco e infine affogano. Non esiste un antidoto per il veleno che attacca cuore, sistema nervoso e pelle. Alla cubomedusa si attribuiscono ufficialmente 63 morti.

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