Stati Uniti
Nel mondo sono tantissime le persone che purtroppo soffrono di problemi fisici e malattie motorie.
Malattie che purtroppo creano grandi problemi di mobilità a queste persone che, in tantissimi casi, limitano di tanto la liberà delle persone che, non potendosi più muovere, hanno in parenti, amici o assistenti l’unica ancora di salvataggio per muoversi.
Ben presto grandi novità potrebbero arrivare, per queste persone, dalla tecnologia, da uno strumento tecnologicamente molto avanzato: un cursore da controllare con il pensiero.
Grazie a una collaborazione eccezionale ed unica nel suo genere tra la Brown University, Massachusetts General Hospital, Case Western Reserve University e il Dipartimento degli Affari dei Veterani si sta avviando la creazione di una protesi collegata al cervello che riesca a far muovere anche persone affette da gravi malattie motorie.
Un’interfaccia non invasiva fra cervello e computer (BCI, o brain-computer interface). Una scoperta unica in quanto fino ad oggi si riteneva che soltanto le BCI invasive con tutti i pro e i contro connessi (dove gli elettrodi vengono impiantati chirurgicamente nel cervello) potessero controllare movimenti complessi.
Non è più un miraggio e ben presto guidare la mente delle persone tetraplegiche con un cursore legato a un software non sarà più un sogno ma pura realtà.
Lo studio che ci sta dietro è molto complesso ed ha richiesto anni di lavori di un Team dedicato. Lo studio si basa sul controllo di 96 minuscoli elettrodi, capaci di raccogliere i segnali provenienti dai neuroni vicini del cervello che riescono a inviare così le notizie ricevute a un computer che li traduce e trasforma in azione.
Ben oltre sono gli obiettivi dell’equipe che sta lavorando sul progetto: ora si punta a perfezionare il tutto e migliorare la velocità e la precisione di queste protesi controllate mentalmente dalle persone.
La speranza concreta è quella di trasformare dei semplici esperimenti di laboratorio in una realtà effettiva, permettendo così a tantissimi tetraplegisci di riconquistare un certo livello di autonomia e libertà, perchè autonomia e libertà non ha prezzo.
Ennesimo esempio di tecnologia a supporto delle persone disabili con problemi di mobilità.
Nessun commento!
Non ci sono ancora commenti, scrivi tu il primo commento.